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SCUOLA DI AGRICOLTURA INDIGENA

la Scuola di Agricoltura Indigena nasce dallo sviluppo del progetto in agroecologia dell’ecovillaggio LaCasaRotta e nell’organismo agricolo NuoveRotte.

Il termine indigeno, etimologicamente, deriva dal latino indigÄ•na, derivato di gignÄ•re ‘generare’, col pref. indu- (equivalente a in- 2) •sec. XVI.

Ci piace usarlo sia perchè la parola GENERARE indica un’agricoltura che non distrugge la vita ma la genera continuamente. La Madre Terra è il grembo che accoglie i semi e li fa germogliare, proprio come un UTERO materno.

L’agricoltura Indigena attinge a tecniche non solo locali, come il termine potrebbe far pensare, ma a tecniche indigene nel senso di “connesse con l’universo e con le capacità essentricche dell’uomo”.

SCUOLA DI AGRICOLTURA INDIGENA

La Scuola di Agricoltura Indigena nasce dallo sviluppo del progetto in agroecologia dell’ecovillaggio LaCasaRotta e dell’organismo agricolo NuoveRotte.

Il termine indigeno, etimologicamente, deriva dal latino indigÄ•na, derivato di gignÄ•re ‘generare’, col pref. indu- (equivalente a in- 2) •sec. XVI.

Ci piace usarlo sia perchè la parola GENERARE indica un’agricoltura che non distrugge la vita ma la genera continuamente. La Madre Terra è il grembo che accoglie i semi e li fa germogliare, proprio come un UTERO materno.

L’agricoltura Indigena attinge a tecniche non solo locali, come il termine potrebbe far pensare, ma pone l'accento sull’intima relazione che esiste tra l'essere umano e l'universo.

Principi

PERCHÉ INDIGENA?

Con agricoltura indigena intendiamo l’insieme di tutte le osservazioni, le tecniche e le conoscenze che per migliaia di anni hanno accompagnato l’evoluzione e la sopravvivenza dell’uomo, inserendolo all’interno di un ambiente in modo armonico. Spesso in passato l’agricoltura era di competenza non solo dei contadini ma anche dei sacerdoti, dei monaci, degli alchimisti e di tutti coloro che studiavano la Vita e il suo mistero e l’agricoltura e la natura in genere era il campo di indagine perfetto. Questo fatto lo si nota nei differenti calendari che gli antichi usavano: il calendario agricolo e il calendario rituale sacro erano infatti sovrapposti.

Questo è un patrimonio ricchissimo che va riscoperto: il nostro compito principale è rinnovarlo e adattarlo per renderlo comprensibile ai problemi della nostra epoca (ad esempio l’inquinamento o i cambiamenti climatici) o alla modernizzazione, al nuovo stile produttivo e alle nuove tecniche e tecnologie.

La Biodinamica e la Permacultura sono buoni esempi di sincretismo tra antico e moderno in agricoltura:  nella scuola di agricoltura indigena  si attinge a queste due grandi pratiche filosofiche e a una miriade di ulteriori tecniche, tradizioni, esperimenti. 

Perché si propone un lavoro di osservazione interiore che precede il lavoro in campo?

In tutte le culture indigene c’è sempre stato e ci sarà sempre un rapporto univoco e preciso tra il microcosmo (l’uomo) e il macrocosmo (l’ambiente): ciò che osservo dentro lo posso trovare fuori e viceversa, sicuramente in forma diversa ma con lo stesso principio che le unifica.

Questo permette un duplice vantaggio: poter osservare da entrambe le parti la stessa cosa, pensarla, sentirla e praticarla nel modo giusto al momento giusto ti permette di padroneggiare la tua conoscenza in qualunque situazione!

Quindi, in sintesi, durante ogni lezione cercheremo di percepire dentro di noi quello che poi metteremo in pratica in campo!

PRINCIPI

Perché creare una Scuola di Agricoltura Indigena nella realtà comunitaria de LaCasaRotta?

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La CasaRotta è un polo di ricerca pratica di agricolture naturali e stili di vita che arricchiscono l’individuo sia sul piano fisico che spirituale: ciò ha l’obiettivo di aumentare la sinergia tra l’uomo e la natura lavorando molto sull’atteggiamento dell’essere umano quale essere sociale e naturale. La pratica dell’agricoltura indigena oltre che aiutare la Madre Terra e produrre cibo nutriente e vitale, infonde Responsabilità, coraggio e creatività perché propone un processo di conoscenza e auto conoscenza continuo molto profondo.

LaCasaRotta tramite l’agricoltura indigena, crea collegamenti tra individui, hobbisti e aziende che vogliano autoprodursi il cibo, conoscere la Natura collaborando con lei o farne il proprio lavoro. In un’era permeata di individualismo e di digitalizzazione, dove il tessuto sociale è iperconnesso ma nella Concretezza della vita reale è sempre più sfibrato, la creatività e la collaborazione nella visione e nella pratica sono qualità fondamentali per nuovi modi di fare impresa tra le persone. La manualità unita alla conoscenza vera e interiore dei processi è una qualità sempre più preziosa dato il continuo sovraccarico di informazioni puramente mentali con cui il nostro essere viene sollecitato quotidianamente.

Nell’appartenenza ad un gruppo, ad una comunità radicata sia su un territorio Geo locale, rurale e contemporaneamente a reti di informazione a livello globale e digitale, nella scuola e in ecovillaggio si tende a voler trovare un equilibrio contemporaneo fondamentale per mantenere e sviluppare integrità e evoluzione.  L’ecovillaggio e l’agricoltura indigena offrono in questo ambito una soluzione terapeutica (sia per l’uomo che per l’ambiente) a tutti i livelli dell’esistenza.

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Cosa offre la scuola di agricoltura indigena?

L’agricoltura ha tanti ruoli:

  • produrre cibo per altri esseri, cibo che può essere una medicina per corpo, mente e spirito

  • Creare relazioni tra individui e opportunità di avvicinarsi ai grandi misteri della Natura.

L’agricoltura è una delle attività umane con le più grandi potenzialità perché permette di:

  • osservare e interagire con tutti i regni

  • vivere in interazione diretta con loro in tutte le sue fasi compresa quella della nascita e della morte (i due più grandi e affascinanti avvenimenti della Vita di tutti gli esseri viventi).

  • osservare le relazioni tra gli esseri e le straordinarie bellezze della Natura,

  • allargare la sfera delle relazioni al Cosmo, ai pianeti alle costellazioni.

in questo modo nasce un nuovo agricoltore che è in relazione con se stesso e allo stesso tempo un coordinatore armonioso, in quanto l’agricoltura indigena è una sintesi tra scienza, mistica, filosofia e arte.

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La scuola ha la finalità di formare agricoltori come guardiani del paesaggio, in grado di osservare, conoscere e agire, abili nel capire le strategie da usare nei vari contesti. Per arrivare a questo verranno insegnate varie linee guida e le ricette base da applicare nelle diverse situazioni, sia di progettazione, sia di pratica quotidiana che di emergenza,  in modo da saper far fronte a ogni situazione.

L’agricoltore è la chiave: molto più che la pratica agricola, la sua forma mentis, la sua moralità e la sua capacità di ‘sentire’ l’ambiente, la sua fantasia creativa verranno sollecitate in modo che si sviluppi la percezione su più piani.

Il miglior coltivatore amministra e nel contempo si mette di continuo a disposizione dell’Ambiente: i nostri colleghi principali sono le Forze visibili e Invisibili di Madre Natura e quindi, quando ci lasciamo permeare da esse, la relazione è molto profonda: l’ambiente ci plasma pensieri, sentimenti e corpo fisico e noi plasmiamo Lui continuamente, l’agricoltore può creare quindi questa simbiosi in modo equilibrato per tutti.  E’ giunto il tempo che l’agricoltura torni ad essere un atto creativo Saggio (di conoscenza), Mistico (interiore) e Artistico (libero).

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A chi si rivolge la Scuola di Agricoltura Indigena?

  • A chi si approccia per la prima volta all'agricoltura e lo vuole fare in un modo totalmente rispettoso della Natura conoscendo e usando le forze che la Natura ci mette a disposizione

  • A chi ha un progetto di comunità intenzionale o ne è attratto e vuole muoversi verso l'autosufficienza alimentare.

  • Ai piccoli coltivatori interessati ad una nuova metodologia di coltura sostenibile/rigenerativa, produttiva e del tutto rispettosa dell'ambiente

  • A chi vuole fare un percorso di autoconoscenza attraverso la comprensione delle forze che agiscono nel microcosmo (uomo) e nel macrocosmo (natura/agricoltura)

Programma
Costi

Stefano Vegetabile è nato a Alba nel 1978.

Dal 2007 si dedica alla coltivazione naturale sperimentale. Stefano, partendo dal suo precedente lavoro di informatico, quando sente che la vita da ufficio non corrisponde più al suo disegno di vita, scopre la biodinamica e poi nel 2012 conosce alcune persone: i fondatori de l’associazione LaCasaRotta, aperta nel 2012, e così questo progetto diventa l'occasione per un nuovo inizio, motivato anche dalla nascita del figlio.

Stafano, con i nonni contadini e viticoltori, torna così alle origini: diventa neocontadino sperimentale, imparando dagli anziani e da altre piccole realtà biologiche del posto e affascinato dal biodinamico frequenta molti corsi con Enzo Nastati.  Apprende così in via teorica e molto sul campo, sviluppando la linea agricola dell’Agriturismo Casa Scaparoni vicino ad Alba in provincia di Cuneo, dedicandosi ai grani antichi, all’orticoltura, al frutteto, sperimentando l’organismo agricolo a tutto tondo, occupandosi anche di animali (le capre) e provando la trazione animale. Ora, dal 2015, è responsabile del progetto agricolo permanente dell’ecovillaggio LaCasaRotta dove sperimenta come un vero alchimista, diversi tipi di compost, macerati, preparati da applicare per humificare e tenere vivo il terreno, la Madre Terra.

E’ insegnante di agricoltura naturale, agroecologica, biodinamica (ha insegnato all’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food e all’ITS-scuola agricola della Regione Piemonte): dice che ama pescare da più tecniche e poi applicarle a seconda delle condizioni del campo e del clima: “nessuno ha la verità in tasca ma ognuno ne ha un pezzettino, per cui amo attingere da diverse filosofie e pratiche e avere un approccio poliedrico ma focalizzato”. Ama definirsi “contadino free lance”, in quanto aiuta anche alcune aziende a convertirsi al biologico e ad utilizzare alcune tecniche naturali indigene (es. Rivetto vedi video- link).  

benchè a tratti vorrebbe fare l’eremita, è’ sempre circondato da persone e soprattutto da wwoofers e workawayer e volontari rive (rete italiana ecovillaggi) che sono affascinati dal suo modo di collegare e connettere il lavoro agricolo con gli astri e le forze interiori dell’Uomo, non dimenticandosi però di avere i piedi ben saldi a terra, la Terra che tanto ama e per cui vive.

La Scuola Agricola Indigena nasce da questo: dalla necessità di sistematizzare queste lezioni in un contenitore fruibile da chiunque voglia avvicinarsi a questo mondo.

 

Stefano, nella Scuola di Agricoltura Indigena, è affiancato da un gruppo di persone dell’ecovillaggio che lo aiutano in mansioni varie.

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